Le tipologie costruttive del passato sono ancora visibili nel tessuto urbano della cittadina, soprattutto negli antichi rioni.
Nelle zone alte del paese, i rioni di Castangias, Seddanus, la zona del Carmelo e dell’antica via Garibaldi, tra il fitto dedalo di viottoli ancora in acciottolato e le antiche scale di collegamento, si scorgono numerose case costruite con pietra locale, per lo più granito, o affannosamente aggrappate e addossate alle pareti rocciose, parte integrante delle stesse. Molte abitazioni sono proprio costruite a ridosso dei costoni rocciosi e i loro cortili spesso ospitano imponenti massi granitici e si affacciano direttamente sulla pineta che circonda l’abitato.
Villacidro fa parte dell’Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, associazione che si ripropone di valorizzare la cultura abitativa de su ladiri o mattone crudo.
Fino al 1960 le case edificate con mattoni crudi, semplicemente cotti al sole, e con blocchi di pietra erano le più frequenti e caratteristiche costruzioni della Sardegna. I mattoni crudi, composti di argilla e cotti al sole, denominati in sardo ladiri, (dal latino later, che significa costruzione a mattoni), erano prodotti con la terra locale, che, bagnata, diveniva densa e plasmabile; alla terra veniva aggiunta la paglia che serviva a consolidare il composto e, allo stesso tempo come isolante termico.I mattoni venivano modellati a mano e messi nelle forme.
Attualmente la cittadina, conserva ancora molte antiche case costruite in terra cruda (làdiri). Soprattutto nella parte bassa del paese, nel rione Sant’Antonio, dove è possibile vedere antiche case contadine con gli antichi portali, le corti e i muri in mattone crudo.