L’antica arte della ceramica è considerata la terza grande arte della Sardegna e affonda le sue radici nella più remota storia isolana.
Caratteristica fondamentale è l’essenzialità dei modelli, quasi sempre oggetti di uso comune e pratico, presenti in tutte le case come le sciveddas utilizzate per impastare pane e zeppole e per la loro lievitazione o per l’ammollo delle olive; le marigas brocche e caraffe per acqua e vino; is piangiadas, is ciccaras, is prattus, o le tegole per la copertura delle abitazioni.
Ieri come oggi, la materia prima è la terracotta e gli attrezzi del mestiere rimangono gli stessi di una volta; la terracotta lavorata con diverse tecniche viene poi cotta e “ceramicata” con una invetriatura nelle tonalità calde del verde galenico e del giallo.
Anche a Villacidro l’arte della ceramica è fortemente caratterizzata della genuina semplicità delle forme e tra gli oggetti più diffusi compaiono utensili d’uso quotidiano come marigas (brocche, caraffe), prattus (piatti), tassas (bicchieri), pingiadas (pentole e tegami) e ciccaras (tazze e tazzine) finemente decorati, ma anche riproduzioni di monili.
Diversi artigiani e hobbisti del paese danno vita a splendidi oggetti di ceramica e terracotta finemente decorati che, persa l’originaria funzione d’uso quotidiano, sono assurti ad una dimensione estetica d’arredo.
Durante le feste e le sagre non è difficile trovare negli stand oggetti realizzati dagli artigiani locali che richiamano antiche fogge.