"...Piccola gemma chiara in un verde diadema" o "la Svizzera sarda", così è stata definita Villacidro dai viaggiatori del passato.
Adagiata tra due montagne, la cittadina si distende verso la valle in un proliferare di agrumeti e uliveti, ciliegeti e pescheti. Il paese, non a caso, è celebre non solo per le sue bellezze naturali e per i suoi boschi ricchi di acque cristalline, ma anche per l'amenità dei suoi campi coltivati e per la prelibatezza dei frutti.
A testimonianza della tradizionale coltura degli alberi da frutto, diversi sono gli scrittori che ne hanno tessuto le lodi come il Valery del Voyage en Corse, à l'ile d'Elbe, et en Sardaigne del 1837, che così scrive di Villacidro:
"valli rinfrescate dai molti ruscelli e coltivate ad alberi da frutta (che) ne fanno un luogo tra i più piacevoli e salubri dell'isola."
"i giardini di Villascema, una foresta di alberi da frutta e soprattutto di ciliegi che forniscono ciliegie ai mercati di Cagliari e del Campidano."
Anche Gabriele D'Annunzio scrisse dei "boschi d'aranci" di Villacidro, oltre che della cascata Sa Spendula, a cui ha dedicato un sonetto che compose in occasione della sua visita al paese.
La fertile campagna che circonda la cittadina è quindi per tradizione produttrice di frutta, dagli agrumi alle pesche, fino alle ciliegie che, oltre a colorare di un rosso accesso l’intera vallata di Villascema, sono le protagoniste di una sagra che si svolge in primavera e che richiama ogni anno migliaia di visitatori.